È incredibile come nel 2022 esistano ancora stati in cui non è riconosciuto il diritto all’aborto, ma è ancora più assurdo come in una delle maggiori potenze mondiale, come gli Stati Uniti, si rischi di tornare indietro cancellando il diritto acquisito dopo anni di lotte sociali. La Roe vs. Wade che sanciva il diritto all’aborto fino alla ventottesima settimana verrà probabilmente rimpiazzata da una nuova decisione della Corte Suprema americana, composta in maggioranza da Repubblicani contro i soli tre Liberali. Ciò provocherà un effetto catastrofico per i diritti sociali e delle donne. I Giudici dovranno decidere entro il mese di giugno e le direzioni sembra possano essere sostanzialmente due. La prima (più moderata) porterebbe al riconoscimento di una legge del Mississipi emanata nel 2018 in contrasto con la Roe vs. Wade che prevede il diritto di aborto entro la quindicesima settimana, mentre la seconda (più radicale) porta alla cancellazione totale del diritto all’aborto partendo dal presupposto che nella Costituzione americana non esiste rimando a un simile diritto. Il Presidente Joe Biden si è già apertamente espresso nel sostenere il diritto all’aborto come ad ora riconosciuto negli Stati Uniti e additando un eventuale sua cancellazione come un passo indietro di cento anni. Da mesi, inoltre, si moltiplicano le manifestazioni di gruppi e associazioni femministe nelle piazze delle principali città americane per sensibilizzare l’opinione pubblica ed evitare che più di venti stati, in seguito alla nuova decisione della Corte Suprema, possano eliminare un diritto fondamentale della società moderna.